Benvenuto Brunello 2014: ecco le migliori etichette!

Un estratto di questo articolo è stato pubblicato anche su identitagolose.it

IMG_3497

Montalcino il mattino presto

La presentazione della nuova annata di Brunello di Montalcino è sempre un evento emozionante. L’attesa è lunga, il vino può essere messo in commercio a partire dal quinto anno successivo alla vendemmia. Dopo tanto tempo è comprensibile se intorno all’uscita del nuovo Brunello c’è sempre un alone di magia carico di aspettative. Lo scenario della presentazione è magnifico: se è vero che le zone di produzione dei grandi vini del mondo offrono quasi sempre paesaggi splendidi, lo è particolarmente per Montalcino, con le sue colline, vigneti, boschi interminabili e il borgo che ospita il centro storico.

In questa occasione i vignaioli, gli enologi, gli agronomi, i cantinieri e tutte le persone che ruotano intorno alla produzione del vino, vedono giudicare il proprio impegno nell’arco di poche ore. Oltre quattro anni di duro lavoro, di dedizione costante, di fatiche e sacrifici vengono riassunti in una nota breve e talvolta anche solo in un singolo punteggio. Un misero numero di due cifre che non può (e ad essere onesti non deve) tenere conto di chi si è spezzato la schiena in vigna e la testa in ufficio tra le carte, di chi ha combattuto con il gelo, con la grandine, con la siccità, con temperature torride e cercava di aggiustare, aiutare il percorso della natura come meglio poteva, in vigna e in cantina. È così, fa parte del gioco e avviene ogni anno in occasione della pesentazione dei grandi vini del mondo, quando schiere di giornalisti e importatori si ritrovano per giudicare ciò che trovano nel bicchiere.

Quest’anno a Montalcino dal 21 al 24 febbraio si è tenuta la presentazione del Brunello di Montalcino 2009, del Brunello di Montalcino Riserva 2008 e del Rosso di Montalcino 2012. L’annata 2009 è stata giudicata ottima, da quattro stelle dal Consorzio del Brunello di Montalcino.  Sebbene molti giornalisti ed esperti presenti hanno ritenuto che questa valutazione fosse fin troppo generosa, ci troviamo di fronte un’uscita indubbiamente interessante ma per nulla facile. Non è un’annata in cui possiamo permetterci di pescare a caso perché tanto cadiamo sempre in piedi: occore fare un’attenta selezione in quanto non tutti i vini sono all’altezza. Alcuni sono stanchi, fiacchi, con tannini ruvidi e non perfettamente maturi, qualche campione manca di frutto, di materia e pecca di eccesso di alcol percettibile. Fortunatamente però le etichette buone lo sono per davvero e siamo riusciti a degustare qualche bottiglia davero memorabile. Questa annata non diventerà un campione di longevità per contro abbiamo un vino poco compresso, pronto, già perfettamente godibile. L’annata 2012, giudacata addirittura eccezionale da cinque stelle, ha dato dei buoni rossi, profumati, godibili. La difficoltà principale è stata forse solo il controllo del grado alcolico, quasi mai sotto i 14° . Tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di alcol ben integrato, la materia per sostenerlo infatti non manca.

11

La nostra sommelier Tunde Pecsvari al lavoro per scegliere le migliori etichette da inserire in carta

Ecco le etichette che si sono mostrate più convincenti:

Rosso di Montalcino 2012

Tenuta di Sesta: spezie, pepe rosa, alloro, piccoli frutti rossi. Al palato croccante, pulito, scorrevole, fresco. Trasparente, schietto, godereccio, un Rosso di Montalcino didascalico.

Fornacina: naso affascinante di arancia sanguinella, lamponi, accenni floreali, leggera e fine speziatura. In bocca è immediato, di grande bevibilità e pulizia, tannini discreti e perfettamente maturi.

Canalicchio di Sopra: molto compresso al naso, le tipiche note balsamiche, marine, minerali si sprigionano ancora a fatica. Arriva anche rosmarino, spezie (pepe nero su tutte) ed erbe officinali. Per sprigionare i profumi forse dobbiamo aspettare fin dopo l’estate, al palato già scalpita, con una bella materia, frutto, una bocca fresca con tannini fini.

Talenti: un rosso gioioso, fresco, con un naso di ciliegie e more,  un bel frutto maturo, tannino fine, palato godibile.

Brunello di Montalcino 2009

Fuligni: luce pura. Un vino dal colore chiaro, trasparente che parte con note balsamiche, grafite, spezie, alloro e solo dopo arriva un bel frutto, fiero e perfettamente maturo. Al palato  colpisce e affonda, un vino profondo con un grande equilibrio, molto fine ed elegante.  La persistenza forse non è lunghissima ma la bocca chiama un altro sorso. Vino affascinante e gourmand.

 Sesti: parte con una curiosa nota di nocciola tostata, prosegue con amarene, more, spezie variegate. Al palato fresco, coinvolgente, di medio corpo, persistente.

 Castello di Romitorio: l’espressività del naso non è ancora nel pieno delle sue potenzialità ma si avvertono già belle note vellutate, frutta scura, un accenno di arancia e spezia. Al palato è già in equilibrio, avvolgente, suadente, piena, polposa con un frutto dolce.

 Le Ragnaie: un bel naso coinvolgente, molto speziato, elegante con una buona bocca dal corpo medio e dal tannino fine. Molto interessante anche la versione “VV” della stessa annata.

Brunello di Montalcino 2008 Riserve

Lisini Riserva: racconta il territorio di Sesta con sincerità e forza, a partire dalle sue tipiche note ferrose e terrose, dal rosmarino, timo ed erbe, dal frutto scuro, la bocca piena e appagante ma scorrevole. Un vino di grande forza.

Tiezzi Vigna Soccorso Riserva: inchiostro, incenso, note fumè, tabacco, terra, iliegie mature. Bocca equilibrata ma severa, serrata. Al palato esibisce un bel frutto fresco, tannini discreti, buona struttura.

Barbi Riserva: un naso schietto che concede poco, frutto rosso maturo e note terrose. Al palato chiama attenzione, si impone, è fresco, suadente e persistente. Molto interessante anche il Vigna Fiore della stessa cantina.

Banfi Poggio alle Mura Riserva: un vino carico e ancora compresso con un naso di frutta scura, more su tutto, spezie e accenni di pepe e cannella. La bocca è serrata, fitta, pronta a scattare.

 il bonus:

Col d’Orcia Poggio al Vento 2006: è il fuoriclasse assoluto. Esce  (giustamente) un paio d’anni dopo le altre riserve. Figlio di quello che personalmente considero il miglior cru di Montalcino, nell’annata migliore dell’ultimo decennio. Un esempio di grandioso, austero e magnifico Brunello, potente, freschissimo e molto ben definito. C’è poco da parlarne e molto da metterne in cantina.

Moscadello di Montalcino

Una tipologia ingiustamente sottovalutata che una volta dava da vivere a tutti i vignaioli sulle colline di Montalcino. Un vino leggero, allegro, beverino.

Caprili 2013: molto fresco e luminoso, profumato, godibile, gioioso.

Capanna Vendemmia Tardiva 2010: naso ben più impegnativo e complesso rispetto agli standard della tipologia, in bocca ha un’acidità in grado di sostenere l’elevato contenuto di zuccheri

Informazioni su osteriabrunello

Osteria Brunello Corso Garibaldi, 117 - Milano 02/6592973
Questa voce è stata pubblicata in Vino. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento